Evviva l’imperfezione

imperfezioniLa ricerca della perfezione è una corrosiva perdita di tempo, niente è al riparo delle critiche, soprattutto dalle tue. Sinceramente, ti sei mai resa conto di quanto tempo perdi per cercare una perfezione che, in fondo, non esiste?

Siamo sincere, a prescindere da quanto tempo dedichi a rendere impeccabile qualcosa riuscirai sempre a trovare un dettaglio che non va bene? Molto spesso la ricerca della perfezione ti impedisce di portare a termine un lavoro, soprattutto se ci tieni molto. Spesso il tuo perfezionismo è un freno che ti proibisce addirittura di iniziare un progetto: non sentirti perfetta ti congela nell’attesa di una (impossibile) perfezione.

Qualche tempo fa ho partecipato a un evento organizzato da Elle dove si evidenziava la situazione tipo colloquio di lavoro donna vs uomo. Nello specifico, quando è una donna a dover partecipare a un colloquio di lavoro per una posizione per cui possiede 9 abilità su 10 richieste, questa tenderà quasi sicuramente a tirarsi indietro e non sentirsi adeguata fino a che non otterrà anche la decima qualifica. Se allo stesso colloquio però, dovesse partecipare un uomo con anche solo 4 delle 10 abilità richieste (vale a dire meno del 50%), senza nessuna remora, quest’ultimo andrà tranquillamente all’incontro e snocciolerà al meglio le proprie competenze, fregandosene (giustamente) delle mancanze.

Ma perché noi donne sentiamo la necessità di essere perfette?

Beh, siamo sincere, siamo state cresciute così, è scritto nel nostro DNA e la mancanza di perfezione è una delle più grandi frustrazioni femminili. Pensateci bene, il perfezionismo è un male prevalentemente femminile. Veniamo educate a essere carine. Mentre i maschi possono giocare nel fango, divertirsi, correre e saltare, a noi invece vengono regalati fornetti giocattolo, scopette, bambole perfette sotto ogni punto di vista agghindate con vestitini rosa di tulle puliti e lindi. Veniamo vestite come delle piccole bamboline sin dall’infanzia e se per caso decidiamo di scatenarci veniamo immediatamente etichettate come maschiacci. 

La scrittrice americana Rebecca Solnit sottolinea come siamo per educazione portate a credere nella perfezione ed è questo che rovina tutto. La perfezione è la nemica numero uno del benessere psicofisico di qualsiasi individuo e, soprattutto,  è nemica della realtà, del possibile e del divertimento. Ma la cosa davvero drammatica è che il perfezionismo è visto come un pregio, una virtù. Ma siamo oneste, in realtà è davvero un limite. Vi faccio un esempio? Avete presente la serie televisiva detective Monk? Adrian, il protagonista, è bravissimo, ha una capacità intuitiva superiore a chiunque altro, ma la sua mania di perfezionismo spesso gli impedisce di svolgere anche attività semplici. Ok, la serie è estremizzata e c’è una parvenza di disturbo ossessivo-compulsivo, in fondo stiamo pur sempre parlando di una fiction. Però credimi se ti dico che spesso è vero: la ricerca della perfezione è un vero e proprio blocco mentale!

Ma poi, da dove nasce il perfezionismo?

Io sinceramente cerdo sia una versione esasperata della paura di sbagliare, dell’incapacità di lasciarsi andare e uscire da quella fantastica personale comfort zone, dove stiamo tanto bene e al calduccio. In fondo cosa c’è di più facile del rimanere in attesa che le cose attorno a noi accadano come per magia (spolier alert: non accade MAI!) senza correre il rischio di incappare in un fallimento,  ma in fondo ricordati che ogni fallimento ti porta sempre più vicino al tuo successo, non dimenticartelo.

Come facciamo a non rimanere impigliate in una continua ricerca della perfezione?

L’imperatore romano Marco Aurelio sosteneva bisogna semplicemente fare, senza dare troppo peso risultato finale. D’altra parte, come diceva lui stesso, se non sei Platone, non puoi sperare nella perfezione (vabbeh sostituisci Platone con un esempio più vicino a te, ma hai capito cosa intendo vero?).

Insomma, non pensarci troppo e muoviti, senza dare troppa importanza al giudizio altrui. Gioisci di ogni minimo passo in avanti fatto e pensa che questo piccolo risultato non è di poco conto ma ti avvicina al tuo obiettivo. 

Certo, lo so, detto così è tutto facile. Ma come possiamo convivere davvero con la nostra mancanza di perfezione (o almeno quella che tu percepisci come una mancanza, non è detto poi che sia reale).

La risposta è più facile di quello che pensi: devi stimolare la tua creatività. Ricorda che una mente creativa è in grado di trovare nuove soluzioni a problemi che sembrano quasi insormontabili. Dare alla tua testa del lavoro da fare la distrarrà dalla costante ricerca della perfezione, dirottandola su attività davvero importanti e decisamente più piacevoli per te.

Come fare?

Prima di tutto ti consiglio Non sono capace della mia amica Sara di Opere Geniali. Un’esperienza che ti permetterà di sviluppare la tua creatività e di trovare delle soluzioni diverse a delle problematiche che forse non sono davvero problemi. In calce al suo workbook c’è una citazione di Joseph Chilton Pearched: “Per vivere una vita creativa dobbiamo perdere la nostra paura di sbagliare“. Ricordatelo sempre.

Cerca di sviluppare il tuo intuito. Fallo nel modo in cui ritieni più opportuno. Rilassati, medita, utilizza il libro delle risposte oppure un mazzo di carte (se hai dubbi nella scelta delle carte più adatte, ti rimando questo articolo della mia amica Ilaria). Utilizza il tuo intuito per decifrare i messaggi che l’universo (o chi per esso) vuole inviarti. Non lasciarti fermare dal tuo pregiudizio, dalla tua paura o peggio da dei preconcetti, prova, non costa niente!

Infine cerca di uscire il più possibile dalla tua confort zone. Vuoi un esercizio semplice? Leggi libro di Chiara Gamberale Per 10 minuti dove ti sfida a fare una cosa nuova 10 minuti al giorno. Un esercizio capace di aprirti la mente.  Fai qualunque cosa stimoli la tua mente e la tua creatività, in fondo tutto ciò che assorbe la tua attenzione distraendo il tuo cervello da ciò che vivi come un’incombenza (e la perfezione lo è) ti solleva dal peso di voler essere qualcosa che in realtà non sei, spingendoti a essere la meravigliosa creatura che realmente sei.live streaming film Bleed for This 2016 online

Insomma in parole povere bisogna davvero abbandonare questa idea di perfezione che in fondo a volte è solo nella tua testa e imparare ad essere una fantastica  casinista, decisamente più felice. Ma la cosa che mi piacerebbe di più è che tu possa essere pronta a fare un salto in avanti, a lasciarti andare, a imparare che le tue imperfezioni sono proprio ciò che ti rende perfetta.

Auguri, ci vediamo nel 2017.

Federica Cantrigliani
hello@federicacantrigliani.it

Sono Federica Cantrigliani, la tua creative ikigai designer. Ti aiuto a costruire il tuo significato, a identificare i tuoi valori, le tue potenzialità e i tuoi talenti per raccontare la tua storia storia, ispirarti ed essere felice nel lavoro e nella vita.

12 Comments
  • claudia
    Posted at 12:20h, 23 Gennaio Rispondi

    Io combatto con la sindrome dell’impostore (parente del perfezionismo): quanto più gli altri mi fanno notare i miei pregi e le mie capacità, quanto più io vedo solo i miei limiti e difetti. La mia arma segreta: un diario dove ogni giorno scrivo i miei successi (anche piccoli), gli apprezzamenti che ricevo e quello che mi rende unica.

    • fea
      Posted at 13:53h, 23 Gennaio Rispondi

      Ti capisco… ma il diario dei successi (o delle tre cose belle al giorno) è un esercizio bellissimo. A volte è davvero difficile, ma fondamentale, brava Claudia ❤

  • In viaggio con Dorothy
    Posted at 13:02h, 23 Gennaio Rispondi

    Eccomi…mi ritrovo molto in questo quadro che hai dipinto a parole… una vita passata a compiacere e a cercare di piacere agli altri… oggi a 30 anni sono migliorata… ma il viaggiare mi aiuta molto…mi accorgo che se torno a casa ,torna la vecchia me insicura e attenta al giudizio degli altri… negli anni passati all estero non dico di essere stata un altra persona,ma tutte queste fisime mentali sono molto meno presenti… come hai detto tu e’ una rincorsa dietro qualcosa cje non esiste… ma io con il tempo ho imparato davvero ad accettare molte delle mie imperfezioni( molte ancora no 🙂 ) grazie per I suggerimenti di lettura! E sempre girl power! 🙂

    • fea
      Posted at 13:55h, 23 Gennaio Rispondi

      Viaggiare è un modo meraviglioso per crescere, ogni volta che si torna a casa si è uguali ma diversi, più completi e consapevoli. Dopo ogni viaggio ci si conosce un po’ meglio e si impara a (con)vivere meglio con se stessi e con gli altri… grazie per le tue parole ❤

  • Carmen
    Posted at 17:50h, 23 Gennaio Rispondi

    Tempo fa mi sono definita un’imperfetta combinazione delle famiglie materna e paterna 😉 e mi va bene così. Crescendo ho imparato ad accettare pregi e difetti e soprattutto a convivere con quella ricerca della perfezione con la quale sono stata educata. Ho imparato a lasciare andare le cose, ogni tanto si presenta l’alien che è in me e mi prende il momento “perfezione” ma ora so gestirlo 😉 Articolo molto bello che tutte le donne dovrebbero leggere perché si è vero…colpisce solo noi!!!

    • fea
      Posted at 17:57h, 23 Gennaio Rispondi

      Grazie per le tue belle parole Carmen ❤

  • Girovagandoconstefania
    Posted at 21:58h, 23 Gennaio Rispondi

    A me piace vivere nella mia imperfezione. Ho anche un altro blog dove sono una imperfetta casalinga!

    • fea
      Posted at 05:15h, 24 Gennaio Rispondi

      Imperfetta casalinga è bellissimo! 🙂

  • mariacarla
    Posted at 23:41h, 23 Gennaio Rispondi

    Molto utile ed interessante questo articolo. Io mi lascio trasportare dall’intuito e dell’impulsività. Insomma mi butto. Ma poi arriva la mania del perfezionismo e spesso nel cercarlo perdo di vista le cose più importanti. Ci sto lavorando, soprattutto nel dare delle priorità

    • fea
      Posted at 05:17h, 24 Gennaio Rispondi

      Ti capisco, è un lavoro lungo, Mariacarla, ma con costanza e una buona dose di organizzazione tutto è possibile 🙂

  • Pingback:Be your best you | FedericaCantrigliani
    Posted at 17:32h, 15 Giugno Rispondi

    […] mamma superpiù che come un giocoliere giostra abilmente casa  famiglia e lavoro. Tutto questo ti fa pensare di non essere abbastanza e ti fa concentrare su tutti i tuoi difetti. Si perché troppo spesso siamo ciechi rispetto i […]

  • Pingback:Quello che conta sei tu! | FedericaCantrigliani
    Posted at 17:33h, 15 Giugno Rispondi

    […] ci avevi mai pensato, vero? È facile pensare di non essere capaci di fare qualcosa (è sempre la paura che ti frega baby) e nascondersi dietro a un possibile, ma non plausibile, […]

Post A Comment