Chi si accontenta, si accontenta

La mia amica G. lavora per un centro commerciale. Fa un lavoro che non le piace, con clienti che non le piacciono e con colleghi che non le sono simpatici. Un disastro insomma. Ora la mia G. può decidere come vivere e affrontare questo malessere. Lamentandosi e vivendo male ogni giorno oppure reagendo e cercando di trarre il meglio dalla situazione.

Ovviamente all’inizio è facile cadere in quel circolo vizioso fatto di condivisione del malessere che tende sempre a instaurarsi tra colleghi (o amici) insoddisfatti. Il riscaldamento è troppo alto, l’aria condizionata troppo fredda, le pause troppo brevi, i clienti troppo clienti……. insomma non credere, ci sono passata anche io. Ma alla fine olio di gomito e tanta proattività potranno permetterti di crearti nuove opportunità aprendoti nuovi incredibili orizzonti.

Come fare? C’è solo una cosa che devi imparare. Pronta?

Smetti di accontentarti

Non mi è mai piaciuto il detto chi si accontenta gode, anzi ho sempre approvato chi ribatteva sostenendo che chi si accontenta si illude. In effetti se ci pensi ogni volta che nella tua vita ti accontenti e scendi a compromessi è come se perdessi un pezzettino di te. Capisco che ci sono delle situazioni che vanno gestite, sicuramente non puoi abbandonare i tuoi figli neonati perché decidi che vuoi fare un viaggio di due mesi in Nepal. Ma puoi trovare delle soluzioni alternative.
Dedicarti anima e corpo alla famiglia, al lavoro e all’incombenze quotidiane rinunciando a chi sei e a quello che desideri, a lungo andare ti renderà una persona insoddisfatta e molto probabilmente rancorosa.

G. per molto tempo si è lamentata, stava male e si sentiva infelice. Poi, all’improvviso, ha capito come uscire dall’impasse in cui si trovava. Come?
Semplice, ha imparato a ritagliarsi del tempo per se.
Lo sentiamo dire spesso, bisogna mettere in agenda un po’ di buon sano self care (ti ho già detto che un po’ di sano egoismo molto spesso ti salva la vita). Programmare dei momenti solo per te: un bicchiere di vino, un bagno caldo, una giornata alla Spa, un massaggio o un bel film, quello che vuoi. L’importante è che sia un momento solo tuo, dedicato solo a te senza interruzioni o distrazioni. Non deve essere una pizza con la famiglia dove figli e partner finiranno per monopolizzare, nel bene e nel male, la serata. Non deve essere la ceretta dall’estetista. Non deve essere la visita oculistica o la spesa al super. Deve essere davvero un momento solo tuo, dove concentrarti su di te ed essere tu il centro di tutto.

E poi…

Prenderti del tempo per te ti farà sentire più rilassato e questo ti aiuterà a essere anche più lucido. Le tue idee saranno più chiare e potrai decidere come muoverti per migliorare tutto ciò che non ti piace della tua vita. Chiarirti cosa desideri ti porterà più vicino alla realizzazione dei tuoi obiettivi. E se ti serve una mano, il workbook illumina è quello che fa per te!

Al suo interno troverai un percorso di self care, tanti esercizi di esplorazione e molti consigli per focalizzare, definire e pianificare i tuoi obiettivi.

Cosa stai aspettando? Tutto quello che desideri è vicino a te, devi solo allungare una mano per raccoglierlo!

 

Federica Cantrigliani
hello@federicacantrigliani.it

Sono Federica Cantrigliani, la tua creative ikigai designer. Ti aiuto a costruire il tuo significato, a identificare i tuoi valori, le tue potenzialità e i tuoi talenti per raccontare la tua storia storia, ispirarti ed essere felice nel lavoro e nella vita.

2 Comments
  • AliceOFM
    Posted at 10:28h, 04 Ottobre Rispondi

    “Chi si accontenta gode” è uno dei detti peggiori.
    La maggior parte delle persone che conosco ragiona così, e negli ultimi mesi in cui ho stravolto del tutto la mia vita, mi è stato suggerito più volte. E’ stato detto per bontà, ma se fossi stata un briciolo più insicura avrebbe potuto bloccarmi in una situazione sbagliata.
    Ci vorrebbe più educazione all’intraprendenza.

    • Federica
      Posted at 12:21h, 04 Ottobre Rispondi

      Sfondi una porta aperta! So che le persone lo dicono in senso buono, ma per molti è davvero un freno.
      Andrebbe sostituito con “se non ora, quando?!”

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